Che scoperta che è stata per me quest’isola!
Ero scettica durante al fase di valutazione delle future vacanze, per certo sapevo che non volevo fare molte ore di volo, e ritornare in Mar Rosso per l’ennesima volta non mi attirava, perchè volevo cambiare, puntare su una meta mai vista e che avesse una buona temperatura.
Ottobre, “vicino” la scelta è ricaduta sulle Canarie; Tenerife l’avevo già visitata e non mi aveva particolarmente entusiasmato, bella, piena di vita e fermento ma molto turistica. Di Lanzarote mi piaceva l’idea che fosse più calma e tranquilla, e anche se le sue nere sabbie non mi convincevano troppo con il pensiero “facciamo qualcosa di nuovo” mi sono detta “ non partire prevenuta, non puoi criticare una destinazione che non hai mai visto”. Quindi: Lanzarote sia!

Atterriamo praticamente a ridosso del mare, l’aeroporto di Arrecife sorge letteralmente in fianco alla costa. Si aprono le porte di uscita e noto con stupore e piacere una temperatura mite, non eccessiva, e il sole è ancora caldo. Iniziano finalmente le meritate vacanze!
Arriviamo a Costa Teguise, essendo ottobre, pochissimi italiani, siamo circa quaranta nel villaggio prenotato, la maggior parte sono inglesi; gli unici che riescono-tra l’altro- a fare il bagno in mare e nelle piscine non riscaldate. La nostra sistemazione non è direttamente sul mare e vicino ha spiagge non praticabili perché fatte a scogliera per cui decidiamo di fare subito una lunga camminata, accarezzati dal vento e baciati dal sole. Arriviamo alla spiaggia di Los Pocillos e alla successiva Las Chucharas, spiagge pubbliche per cui accessibili a tutti, e l’oceano ha dei colori fantastici, l’acqua è limpida e la spiaggia, è inaspettatamente per me, anche se sempre contornata da rocce nere è di sabbia dorata. Non me lo sarei mai immaginata!
Il mare è invitante, ma l’acqua è freddissima, non riesco a bagnarmi più del ginocchio….ovviamente è soggettivo e infatti mio marito invece si butta che è un piacere…brrr, “un pazzo”, ma felice come un bambino dopo averlo fatto!
Alle spalle di queste calette c’è il centro, con ristoranti, bar e negozi e ne approfittiamo per fare alcune prime spese e comprare già qualche souvenir: profumi che alle Canarie, che hanno una tassazione diversa, costano davvero meno che in Italia! Uno per me, uno per la mamma, due per le amiche!

Vogliamo però scoprire quanto prima l’isola, e il giorno dopo ci addentriamo con un’escursione guidata: non possiamo tornare a casa senza aver visto il Parco Nazionale Timanfaya! Partiamo alla scoperta dell’isola, notiamo che tutte le costruzioni sono bianche, non esiste altro colore e devo dire che il contrasto con la terra che le circonda le risalta molto. La guida ci spiega che è per mano di Cesar Manrique, nativo dell’isola, un artista poliedrico, pittore, scultore, architetto, ecologista, conservatore del patrimonio artistico, disegnatore urbanistico e paesaggistico che a partire dagli anni sessanta con le tante opere da lui realizzate ha trasformato e valorizzato il paesaggio di Lanzarote.
Prima di arrivare al centro del rinomato parco Timanfaya, facciamo tappa alle dune dove facciamo una passeggiata a dorso di cammelli, che nella brochure non era ci era stata indicata e non potevo non dispiacermi per quei poveri animali, ma siamo col resto del gruppo e quindi ci tocca salire…
Vanessa e Marcela sono le nostre “accompagnatrici”, il loro camminare ci culla e ci perdiamo nell’ammirare le meraviglie geologiche di questo luogo che si incontrano lungo il percorso fatto di coni vulcanici dai colori bellissimi, colate di lava e pendii di cenere vulcanica.
Dopo una mezz’oretta ripartiamo in pullman per raggiungere il vulcano, al centro del Parco. Il paesaggio si alterna tra dune di sabbia e pareti rocciose, arriviamo nella parte più alta, dove il panorama è mozzafiato…sembra di essere veramente sulla luna! Qui ci danno dimostrazione che il vulcano in profondità è ancora attivo e di quanto è alta la temperatura nel sottosuolo: viene messa della paglia sotto terra e il risultato sarà del fuoco che si vedrà uscire dopo meno di due minuti di attesa. Una seconda dimostrazione del calore nel sottosuolo è un Geyser: viene prima versata poca acqua, che fa uscire del vapore, poi ne viene versata una quantità maggiore dando così vita ad un “piccolo geyser.”. Nell’edificio del centro visitatori c’è un grosso barbecue al centro dove dimostrano che col calore della terra riescono persino a cuocere pollo e patate!
Purtroppo il parco, che è una riserva della Biosfera UNESCO dal 1993, è percorribile solo in pullman, non c’è modo di farlo ne a piedi ne in autonomia con la propria auto: lo preserva sicuramente ma peccato perchè lungo il percorso avevo adocchiato dei punti panoramici per fare delle fotografie che sarebbero state spettacolari.
La tappa successiva è lo Jameos del Agua, una vera oasi dove l’artista Cesar Manrique è stato ispirato e ha fatto una fusione tra la sua opera e quello che la natura ha creato, all’interno vediamo un complesso unico di grotte e tunnel vulcanici, una sala concerti sotterranea, un ristorante nella grotta-molto suggestivo-, una piscina e un giardino botanico.

Ci portano poi a vedere il Lago Verde che abbiamo raggiunto con una breve passeggiata, le Saline Janubio, purtroppo viste dal pullman, Los hervideros, è un punto dove la costa è rocciosa, frastagliata e nera, dove ci fermiamo a sentire la melodia dell’oceano che entra nelle grotte con le sue grandi onde, e ne approfittiamo per fare qualche fotografia, a picco sul mare, bellissimo! Poi arriviamo a la Bodega La Geria, casa vinicola attorniata da vigneti molto particolari rispetto ai nostri filari, ogni pianta ha delle rocce attorno che formano una mezza luna e che la distanziano dalle altre piante…..che strane!

Ultima tappa, prima di rientrare, è al Museo de Aloe dove ci spiegano i benefici di questa pianta, sia come prodotti di bellezza che di salute, ci offrono un pezzo della “polpa” che si trova all’interno dei rami, dicono che faccia molto bene oltre che è un prodotto naturale ed efficace per scottature, tagli e rigenera la pelle. Ovviamente acquistiamo qualche prodotto da portarci a casa, e anche una pianta che ancora oggi vive sulla nostra terrazza a casa!
Senza rendercene conto, la settimana vola, ed è già ora di tornare, abbiamo fatto delle bellissime conoscenze sia di persone dello staff di animazione del villaggio, che di clienti come noi, ed è sempre un piacere!
Il nostro volo di rientro fa scalo a Fuerteventura per sbarcare e imbarcare passeggeri, lasciamo chi inizia la vacanza e prendiamo chi l’ha terminata come noi…..dall’alto l’isola è interessante, con dei colori dell’Oceano bellissimi e una distesa di dune dorate….e in effetti pensiamo che Fuerteventura potrebbe essere la prossima meta!

Torniamo con la mente ricolma di fotografie ed esperienze uniche, oltre alle valigie colme di prodotti, regali e souvenir, siamo certi che ogni viaggio è sempre una scoperta e che non bisogna mai fermarsi all’apparenza!

Valentina Turla – Agenzia di Rovato